Visualizzazioni totali

sabato 8 marzo 2025

TERRA DOVE SCORRE LATTE E MIELE? / I DOM QUARESIMA, C, 2025



"Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato”

Vediamo oggi una frenesia insensata di appropriarsi delle risorse della terra e di sfruttarle, senza nessun riguardo per le popolazioni di oggi e le generazioni che verranno e gli equilibri del vivente plasmati da milioni di anni di evoluzione e da millenni di lavoro paziente dell’uomo nella natura. L’ebreo invece è grato a Dio e riconosce che la terra è sua e deve essere coltivata in obbedienza al suo legittimo proprietario e creatore, come deve essere tutta la sua vita personale famigliare, la vita della sua comunità, di quel popolo in mezzo a quale abita Dio stesso con la sua saggezza. 

C'è un particolare. “Ci condusse in questo luogo e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele!” Certo uscendo dal deserto la terra di Canaan poteva sembrare un paradiso. Ma sappiamo che Giacobbe mandò i suoi figli in Egitto per la forte carestia che portava tutta la tribù alla fame. Abramo stesso, a parte la valle del Giordano che era irrigata ed era gelosamente difesa da contadini locali, doveva cercare l’erba per le sue pecore correndo nella steppa. Nel Delta del Nilo in Egitto scorreva latte e miele. Nella terra tra i due fiumi, la Meso Potamia, da dove proveniva, si era sviluppata una civiltà prospera perché abbondava l’acqua e il limo. Dio, se voleva dare una terra ricca doveva dare al suo popolo il possesso di quelle zone. E invece l’ebreo è grato, benedice il dono di Dio. E … ne fa un paradiso. La saggezza della Legge, le qualità che l’obbedienza a Dio sviluppa nell’uomo e nelle tradizioni di un popolo, fanno che dove le capre distruggono tutto sotto l’occhio passivo del pastore, l’ebreo fa “fiorire il deserto”. 

Le devastazioni della guerra per impossessarsi delle ricchezze degli altri popoli, l’avidità che tutto inaridisce, sono il segno di un ateismo profondo, di una mancanza di comunione con il Dio della Vita. Il nostro trasformare poco a poco le nostre terre in discariche diffuse e sterili, sono il segno della nostra profonda disobbedienza a Dio, anche se facciamo tanti gesti religiosi. Questi gesti non vengono da Dio ma dal grande spirito di Distruzione e di Inganno. 


Dal libro del Deuteronòmio  Dt 26,4-10 

venerdì 7 marzo 2025

QUARESIMA: RISCOPRIRE IL BATTESIMO.


Continuando ad attingere dall’ottima lettera del Cardinale di Madrid, chiediamoci cosa fare per animare questo tempo di salita verso la Pasqua? Come sempre ci si accorge che è più facile la denuncia che la proposta. Prendere coscienza di ciò che non va è già un grande dono che purifica il nostro spirito, ma come fare per non rimanere solo navigatori nel porticciolo e invece “prendere il largo”? Il problema è tanto più difficile che ci si rivolge a battezzati “amorfi”, non caratterizzati da un’esperienza e di un vocabolario comuni, ma soprattutto che sono entrati nella Chiesa per motivi disparati. Cosa rappresenta davvero il battesimo per la gente? Per la seconda volta ho incontrato il caso di una madre che dice: “il padre del bimbo è battezzato, ma io no. Non è che potrei approfittare per essere battezzata anch’io assieme al mio bambino?” In quel caso il battesimo era sinceramente desiderato, ma senza nessuna coscienza di ciò che rappresenta come conversione, appartenenza a una comunità, professione di fede… Vedeva solo un rito semplice, una cosa bella ma piccola, piccola, da adempiere perché richiesta da Gesù. E noi, senza indagare, avremmo detto: “Ti impegni ad essere la catechista del vostro bambino, sei consapevole di questa responsabilità?” Chiaramente avrebbe risposto: “Sì!”.  

giovedì 6 marzo 2025

QUARESIMA: PECCATI SPECIFICI CONTRO LA SPERANZA



La nostra speranza è Cristo risorto. Solo lui è il Signore. Questo il nostro segreto: il centro di tutto è la risurrezione di Gesù Cristo e con essa la nostra stessa risurrezione. Questa fede nella vita eterna, nell’incontro definitivo con il Signore, è ciò che ci aiuta a non soffrire come chi è privo di speranza (cfr 1 Ts 4,13). Ma credi fermamente nella risurrezione e nella vita eterna? Hai incontrato Cristo risorto? Sei aperto all’azione dello Spirito Santo nella tua vita? Se sei chiuso sui tuoi desideri, quelli del tuo gruppo, mai potrai vivere la gioia della speranza.

Ci sono però peccati specifici contro la speranza che ci ostacolano:  

1.- Confondere speranza con ottimismo. Proprio perché sa che Dio è presente e avrà l’ultima parola non guarda solo  gli aspetti piacevoli, ma la realtà nella sua interezza e in particolare il futuro. Sapendo – come diceva sant'Agostino – che «non c'è nulla di così opposto alla Speranza come guardare indietro» (Sermo 107.5).

mercoledì 5 marzo 2025

COME VIVERE QUESTA QUARESIMA NELLA SPERANZA? / Mercoledì delle Ceneri, 2025


"Aspettavamo la pace, ma non c`è alcun bene; l`ora della salvezza, ed ecco il terrore". (Geremia 8,15)

Molti stanno contemplando attoniti il caos abbattersi bruscamente sull’orizzonte delle nazioni e dell’Umanità. Come credere ancora alla Pasqua? La lettera pastorale del Cardinale di Madrid ci può aiutare  (carta pastoral_cuaresma_cobo.pdf ). Di fronte alle nuvole nere che riempiono i cieli sopra le nostre teste dobbiamo ricordare che anche per i discepoli il cammino verso la Pasqua di quell’anno che vide risorgere da morte il loro maestro, trionfatore definitivo della morte e del male e costituito Signore, è stato vissuto in un clima di tensione, di ansia, di incertezza, che metteva a dura prova la loro fiducia in Lui e nel Dio dei Padri. Non si tratta quindi di un ottimismo superficiale ma dello sguardo di chi crede in Gesù e ha il coraggio di seguirlo oggi, nella situazione in cui si trova ciascuno e tutti noi insieme. Si tratta di “pregare per non cadere in tentazione”, di vegliare ancora, solidali delle vittime dell’ingiustizia e dell’arroganza dei potenti che calpestano i diritti dei poveri e depredano le loro risorse, e accusano questi stessi poveri di essere la causa dei loro mali.

Le parole della Liturgia non cambieranno. Ma si tratta di cambiare il nostro atteggiamento interiore per renderle vere quest'anno. Ripetiamo da tempo che il nostro sistema di vita occidentale non regge più, incalzati in questo da Papa Francesco come nessun Papa prima di lui, ma non facciamo nulla per cambiarlo alla radice.

lunedì 3 marzo 2025

SAN FRANCESCO ERA PACIFISTA?


Con il conflitto russo ucraino sono uscite subito e continuano ad uscire riflessioni “evangeliche” completamente assurde, diaboliche anche se in apparenza appaiono “angeliche”. Tipo: “ma insomma, gli ucraini non dovrebbero porgere l’altra guancia come dice il Vangelo?”. “Se questi volessero la Pace potrebbero deporre le armi”. È bello e facile porgere la guancia dell’altro mentre tu non sopporti nessuna ingiustizia e personalmente non abbassi mai la guardia di fronte a chi potrebbe danneggiarti. “Smettiamo di mandare armi all’Ucraina. Senza armi la guerra finisce”. Questa genialata mi è stata proposta ancora pochi giorni fa da un prete. Purtroppo c'è un abisso tra la capitolazione e la pace, tra essere consegnato in balia di un nemico che intende distruggere il mio popolo, la sua cultura, le sue tradizioni, il suo patrimonio, rapisce i suoi bambini a decine di migliaia per russificarli (il mandato d’arresto internazionale contro V. Putin e la sua delegata all’infanzia per crimini di guerra è basato sulle prove di questi rapimenti presentate alla CIJ e verificate) e arrivare ad un accordo che dia ai due popoli la garanzia che potranno ricostruire in sicurezza la loro vita, il loro paese, le loro famiglie. Quando dissi a quel prete che era un sognatore sulla nuvoletta si è meravigliato che “proprio un francescano rinneghi il sogno di pace di Dio per seguire la mentalità del mondo che vuole solo riarmo e guerre”. Io voglio solo riarmo e guerre? Lasciamo perdere. 

Ma, visto che è tirato in ballo san Francesco cosa sappiamo riguardo alle sue posizioni sulla guerra?

domenica 2 marzo 2025

SAI QUAL È LA TUA TRAVE? / VIII DOM T.O., C, 2025.



Inchiniamoci davanti a Dio e chiediamo misericordia. Abbiamo appena pregato: “Concedi, o Signore, che il corso degli eventi nel mondo si svolga secondo la tua volontà di pace”. È  così evidente purtroppo che nel mondo, non si segue la volontà di pace di Dio. Ed è difficile oggi pensare che certe cose che vediamo siano solo pagliuzze e che noi abbiamo la trave, sia per l’enormità di ciò che vediamo, sia per la piccolezza della nostra vita e delle scelte che ci compete fare. 

Lì sta l’inganno. 

Gandhi, il pacifista Gandhi, di fronte alla prima guerra mondiale incitava gli indiani ad aiutare l’Inghilterra andando a combattere. Quando scoppiò la seconda guerra mondiale gli chiesero cosa avrebbe fatto. Rispose che avrebbe affrontato questo nuovo conflitto con un immenso atto di preghiera. Segno di maturazione spirituale e della sua esperienza crescente della potenza della preghiera autentica. Non quella di chi : ” Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico?” (Luca 6, 46), ma di chi è totalmente sottomesso alla volontà di Dio nella sua vita quotidiana e si scopre molto piccolo ma vede che nel suo cuore è cresciuta la fiducia assoluta nella bontà e potere del Padre.

Questo è importante per noi, perché in questo mondo di tenebre ci offre la possibilità di essere protagonisti pur sapendo quanto le forze del male all’opera siano potenti e radicate. 

Qualcuno mi diceva ieri: ma allora chi non fa un cammino di fede è fuori strada? Facciamo un esperimento: quanti sono i battezzati non impegnati nella conoscenza e la meditazione della Parola che sono consapevoli di avere un trave che li acceca mentre gli altri hanno solo una pagliuzza? Ma anche nei gruppi impegnati, pur avendo questa Parola che li mette in discussione, quanti hanno cercato di sapere qual è la loro trave e più ancora si impegnano a sradicarla? Eppure se ascoltiamo il Vangelo sarebbe la prima cosa da fare… Invece ci accontentiamo di smorzare i nostri giudizi sugli altri per non cadere troppo nella condanna.

Cerchiamo di conoscere la nostra trave. Quando l’avete trovata venite a dirmela all’orecchio!


Dal libro del Siracide  Sir 27,5-8 (NV) [gr. 27,4-7]