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lunedì 11 maggio 2020

SIAMO ESSERI UMANI COME VOI / lunedì V sett. Pasqua



A Listra Paolo guarisce un uomo paralizzato alle gambe dalla nascita il cui cuore si è aperto alla fede. Cioè crede veramente che il Dio che Paolo annuncia può fare tutto quello che vuole. Dio permette che avvengano miracoli e guarigioni sopratutto per rendere più credibile la predicazione, e anche per la consolazione del suo popolo.
È interessante notare la reazione della gente e anche di Paolo e Barnaba. Quando vede il prodigio, la gente crede che i due apostoli siano dèi scesi in terra. È molto normale che gente pagana abbia reagito in questo senso. Ma costatiamo che la tendenza a sacralizzare alcune figure e persone è profondamente ancorato nell’umanità e presente anche nella Chiesa lungo i secoli. Paolo e Barnaba avrebbero potuto vedere in questo vari vantaggi: sarebbero stati trattati bene, avrebbero avuto autorità divina per comandare a favore del popolo, ecc.
Invece Paolo e Barnaba hanno una reazione estremamente forte e decisa per stroncare sul nascere ogni equivoco: si strappano le vesti (forse un gesto molto ebraico ma immediatamente eloquente per chiunque), balzano in mezzo alla folla, gridano! Perché la divinizzazione di alcuni in mezzo al popolo o alla comunità contraddice totalmente il Vangelo. Mi ha sempre colpito molto una coincidenza. La civiltà romana per tanti versi ammirevole, si è costruita con il rifiuto della figura del Re, sostituendolo – con tutti i limiti – con la democrazia e il diritto scritto che preservano in qualche modo l’uguaglianza degli uomini tra loro. Al momento in cui questa civiltà, diventata l’unica Superpotenza mondiale di allora, esalta il suo potere e vuole divinizzare l’Imperatore mentre vive, Dio sceglie di incarnarsi in un piccolo popolo marginale che si trova proprio sotto il giogo dei Romani. Il Cristianesimo e l’Ebraismo sono una contestazione radicale degli idoli e della peggiore idolatria, quella che mette l’uomo al posto di Dio. Infatti nel Nuovo Testamento non troviamo neppure la parola “sacerdote” attribuita a degli uomini. Ed è sempre per me una strana sorpresa trovare questa parola nell’uso comune dei nostri cristiani per chiamare i presbiteri. L’unico Sacerdote dei cristiani è il Cristo. E loro sono il suo Corpo, quindi sono il Popolo Sacerdotale. In mezzo a loro ci sono presbiteri, anziani. Anziani non per età ma perché ordinati a questo servizio, anziani per vocazione e per lo spirito donato loro anche se giovani (“nessuno disprezzi la tua giovane età!” dice san Paolo a Timoteo. 1 Tim 4,12. La non esaltazione pagana di una persona non significa mancare di rispetto per il suo incarico, e nemmeno mancare di rispetto a lui come ad ogni altra persona). Mentre l’italiano usa parole diverse: presbitero, prete, sacerdote, in alcune lingue troviamo solo la contrazione di presbuteros, prete, con prêtre in francese, priest in inglese, priester in tedesco, … Questo non significa che il carisma del presbiterato non sia un grande dono. Non si tratta di una nomina, di una funzione a tempo. Senza il presbitero ordinato non ci può essere Eucaristia. Ma prima del presbiterato c'è il battesimo che rende ogni cristiano parte dello stesso popolo sacerdotale, dissetato allo stesso Spirito. Nel clericalismo soggiace uno schema, una visione pagana e non cristiana del rapporto con Dio e con i fratelli.

Prima Lettura   At 14, 5-18
Vi annunciamo che dovete convertirvi da queste vanità al Dio vivente.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, a Icònio ci fu un tentativo dei pagani e dei Giudei con i loro capi di aggredire e lapidare Paolo e Bàrnaba; essi lo vennero a sapere e fuggirono nelle città della Licaònia, Listra e Derbe, e nei dintorni, e là andavano evangelizzando.
C’era a Listra un uomo paralizzato alle gambe, storpio sin dalla nascita, che non aveva mai camminato. Egli ascoltava Paolo mentre parlava e questi, fissandolo con lo sguardo e vedendo che aveva fede di essere salvato, disse a gran voce: «Àlzati, ritto in piedi!». Egli balzò in piedi e si mise a camminare. La gente allora, al vedere ciò che Paolo aveva fatto, si mise a gridare, dicendo, in dialetto licaònio: «Gli dèi sono scesi tra noi in figura umana!». E chiamavano Bàrnaba «Zeus» e Paolo «Hermes», perché era lui a parlare.
Intanto il sacerdote di Zeus, il cui tempio era all’ingresso della città, recando alle porte tori e corone, voleva offrire un sacrificio insieme alla folla. Sentendo ciò, gli apostoli Bàrnaba e Paolo si strapparono le vesti e si precipitarono tra la folla, gridando: «Uomini, perché fate questo? Anche noi siamo esseri umani, mortali come voi, e vi annunciamo che dovete convertirvi da queste vanità al Dio vivente, che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che in essi si trovano. Egli, nelle generazioni passate, ha lasciato che tutte le genti seguissero la loro strada; ma non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal cielo piogge per stagioni ricche di frutti e dandovi cibo in abbondanza per la letizia dei vostri cuori». E così dicendo, riuscirono a fatica a far desistere la folla dall’offrire loro un sacrificio.

Salmo Responsoriale   Salmo 115
Non a noi, Signore, ma al tuo nome dà gloria.

Non a noi, Signore, non a noi,
ma al tuo nome da’ gloria,
per il tuo amore, per la tua fedeltà.
Perché le genti dovrebbero dire:
«Dov’è il loro Dio?».
Il nostro Dio è nei cieli:
tutto ciò che vuole, egli lo compie.
I loro idoli sono argento e oro,
opera delle mani dell’uomo.
Siate benedetti dal Signore,
che ha fatto cielo e terra.
I cieli sono i cieli del Signore,
ma la terra l’ha data ai figli dell’uomo.

Canto al Vangelo   Gv 14,26
Alleluia, alleluia.
Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa,
dice il Signore,
e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto.
Alleluia.

Vangelo 
  Gv 14, 21-26
Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome vi insegnerà ogni cosa.
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Gli disse Giuda, non l’Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?».
Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

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