Vinci la paura! Giovanni Battista ha preceduto Gesù come Parola e come Martire. Ha battezzato solo con acqua - un battesimo per il perdono dei peccati e per preparare al Signore un popolo ben disposto. Ma quel battesimo non dava lo Spirito Santo: era quindi molto diverso dal battesimo cristiano - ma alla fine della sua vita, anche lui in qualche modo è venuto con il sangue, come Gesù (1 Giovanni 5, 6).
C'è un solo cammino per l'uomo: passa per la morte, ci porta alla morte, e come diceva il Cardinale Martini, solo nella morte l’uomo riesce a dire un pieno sì a Dio. Il Signore chiede il nostro sì lungo lo svolgersi della vita per crescere. “Tu, stringi la veste ai fianchi, àlzati e di' loro tutto ciò che ti ordinerò; non spaventarti di fronte a loro, altrimenti sarò io a farti paura davanti a loro”. Giovanni Battista per diventare “voce di uno che grida nel deserto” deve dire sì a Dio e dire no alla sua paura. Deve disobbedire alla paura della morte. Così che possa cominciare a vivere la libertà di chi ha vinto la paura. Se hai provato che i tuoi sì a Dio hanno portato frutti buoni, ti hanno rafforzato, fatto crescere, cominci a comprendere che l'ultimo sì è quello che porterà frutti più abbondanti, ti farà entrare nella pienezza della Vita.
Lì si compirà la promessa di Dio: “Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti”. Ma - dirai - è stato ucciso, e quindi lo hanno vinto! No, è stata la vittoria finale del testimone sulla morte, del profeta sul discorso menzognero del serpente, il sì che fa entrare nella Vita. Non è solo la frase coraggiosa di Falcone e altri: chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una sola volta! È l'esclamazione di un altro grande uomo di Dio, El Hallaj, che benedice i suoi uccisori perché nel suo cammino ha superato definitivamente l'islam e vuole morire nella "religione del patibolo" perché solo quel velo di carne lo separa ancora da Dio e al momento giusto i suoi carnefici gli permettono di unirsi al suo Signore. Certe cose non si inventano. Beato chi comprende queste cose. E godiamo la vita nella libertà: "Il Signore è lo Spirito e, dove c'è lo Spirito del Signore, c'è libertà". (2 Corinzi 3, 17). San Castrese, se avesse obbedito alla paura avrebbe continuato una vita da schiavo, avendo perso il Signore e essendosi messo sotto la schiavitù dei principi vandali. Dicendo sì alla morte per Cristo, ha sperimentato le meraviglie del Signore e continuato per anni la sua missione di evangelizzatore nelle nostre terre.
Accogliamo san Castrese per dire un sì più totale a Dio, oppure per qualche altra ragione che, passata l'emozione, non lascerà nulla?
Dal libro del profeta Geremìa Ger 1,17-19
In quei giorni, mi fu rivolta questa parola del Signore:
«Tu, stringi la veste ai fianchi, àlzati e di' loro tutto ciò che ti ordinerò; non spaventarti di fronte a loro, altrimenti sarò io a farti paura davanti a loro. Ed ecco, oggi io faccio di te come una città fortificata, una colonna di ferro e un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi, contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese.
Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti».
Dal Sal 70 (71) R. La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza.
In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso. Per la tua giustizia, liberami e difendimi, tendi a me il tuo orecchio e salvami. R.
Sii tu la mia roccia, una dimora sempre accessibile; hai deciso di darmi salvezza: davvero mia rupe e mia fortezza tu sei! Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio. R.
Sei tu, mio Signore, la mia speranza, la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza. Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno, dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno. R.
La mia bocca racconterà la tua giustizia, ogni giorno la tua salvezza. Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito e oggi ancora proclamo le tue meraviglie. R.
Alleluia, alleluia. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. (Mt 5,10) Alleluia.
Dal Vangelo secondo Marco Mc 6,17-29
In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto.
E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
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