Tutto il popolo va da Gesù perché spiega la Legge in modo nuovo e liberante. Allora gli scribi e i farisei irrompono nel cerchio degli ascoltatori per screditarlo davanti a tutti. Portano una donna colta in flagrante adulterio e Mosè ha comandato - non solo permesso - di lapidare gli adulteri. Sanno che Gesù non vuole questo e quindi l’occasione è ghiotta per poterlo accusare. Mi colpisce la violenza di questa irruzione e dell’atteggiamento interiore di scribi e farisei per i quali questa donna non esiste come persona ma è solo un pretesto e forse agita in loro pulsioni sessuali morbide. Già gustano la vittoria, certi di prendere Gesù in fallo. Gesù vede invece il loro cuore accecato dalla passione (collera, sentimento di rivincita, ecc.) e quindi chiuso a Dio. Devono rientrare in sé stessi per incontrare Dio e la propria umanità, come fece il figlio prodigo al contrario del fratello maggiore. Gesù cerca di portarli al silenzio, chinandosi e scrivendo nella polvere, di lasciarsi davanti a sé stessi. Prima il silenzio per rientrare in sé e poi la Parola, e poi ancora il silenzio affinché la Parola possa arrivare al cuore. L’ascolto è molto difficile. Chi pratica l’orazione mentale, o “preghiera silenziosa” sa quanta aridità ci può essere. Lo testimoniano anche grandi santi. Ma è sorprendentemente efficace. Purtroppo questa società più di altre non porta le persone all’interiorità e ad ascoltare, ad essere contemplativi, a praticare il silenzio per aprirsi al profondo, all’infinito.
Vediamo in questa scena una donna (solo lei, l’uomo non c'è), in mezzo a uomini inferociti. Il bersaglio è Gesù ma la scena ha contorni di femminicidio. L’antropologo Mario Pollo nota che i giovani assassini sono frutto di una società che ha dimenticato l’anima, la conoscenza profonda di sé e la gestione dei propri impulsi e sentimenti. Questa società propone invece modelli superficiali che portano a reazioni d’impulso e quindi spesso violente.
Le famiglie che dovrebbero essere la prima scuola di umanità, educano sempre di meno in questo senso. Nelle parrocchie, le nostre adorazioni eucaristiche, quando ci sono, sono poco frequentate e spesso, per non scoraggiare i pochi, sono riempite di parole e canti per evitare il silenzio. Ma anche lo stare da contemplativi davanti alla Parola di Dio affinché ci apra i suoi tesori, viene poco insegnato. La lettura della Scrittura si riduce ad una spiegazione del testo. Eppure il Signore vuole parlare al cuore di ciascuno di noi. “Cor ad Cor loquitur”
Dal libro del profeta Isaìa Is 43,16-21