Solo Dio vede i cuori! Il Vangelo dice di non giudicare! Dio accetta tutti! Dio ha tante strade per la salvezza! ...
Quante volte sentiamo frasi di questo tipo. Cosa pensarne?
Sono frasi che formalmente sono vere, ma sono le più perniciose quando sono usate come pretesto per non convertirsi a Dio, rifiutare la correzione, farsi un Dio o una morale di comodo. Ultimamente una donna su Facebook che scriveva cose davvero contrarie al Vangelo mi risponde : “lei dovrebbe sapere che il Vangelo vieta di giudicare”. E mi blocca immediatamente.
È vero che chi ha il dovere del discernimento deve essere prudente, e se spesso la prima impressione, la prima intuizione, sono rivelatrici, bisogna anche conoscere sé stessi ed essere prudenti per evitare giudizi affrettati o condizionati e quindi errori. Inoltre ognuno vive secondo la propria sensibilità e soggettività e ciò che per uno è molto grave o importante sembrerà meno grave o importante ad un altro. Devo cercare di entrare nel modo di reagire e ragionare dell’altro. Ma proprio questa diversità indica che nessuno è il detentore della Verità, o possa regolarsi secondo la “sua verità” senza dover uscire dalla propria visione per raggiungere una verità più completa e oggettiva. Una qualità di Giovanni Paolo II che colpiva tutti era la sua capacità di ascoltare. Invece il Cardinal Martini notava già tanti anni fa che il soggettivismo è cresciuto nella società fino a diventare come delle “metastasi”. Le metastasi sono tumori secondari originati da cellule “impazzite” che, staccate da un tumore sito in un organo, sono poi migrate in un'altra sede per moltiplicarsi in modo incontrollato fino a sconvolgere il funzionamento di tutto il corpo. Così succede nella società se nessuno cerca la verità oggettiva, ognuno accetta solo la “propria verità”. Questo atteggiamento crea un enorme danno a tutti, come un cancro. E ha una radice profondamente diabolica, perché pretendo, io creatura, di mettermi al posto di Dio decidendo ciò che è bene e male, ciò che è verità e non lo è.
Riguardo al Vangelo e quindi alla salvezza eterna, alla vita cristiana, il confrontarsi con la Verità che è Gesù stesso, è essenziale (e riguarda anche la vita terrena che i credenti hanno la missione di orientare verso il bene). Da una parte solo Dio vede il cuore di ciascuno e sa se è ingannato o ha scelto liberamente il male. Ecco perché Paolo raccomanda: “Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, finché venga il Signore. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio”. (1 Corinzi 4, 5). Infatti “Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall'interno e rendono impuro l'uomo". (Marco 7,21-23). Dall'altra parte però tutti possono vedere l’azione negativa commessa, e, fino ad un certo punto, anche l’intenzione, secondo il discernimento dato dal Signore. Per questo san Paolo scrive: “quelli invece predicano Cristo con spirito di rivalità, con intenzioni non pure, pensando di aggiungere dolore alle mie catene”. (Filippesi 1, 17). E soprattutto c'è persino il dovere della correzione fraterna riguardo alle azioni concrete: “Fratelli miei, se uno di voi si allontana dalla verità e un altro ve lo riconduce, costui sappia che chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore, salverà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati” (Giacomo 5,19-20). “State attenti a voi stessi! Se un tuo fratello pecca, rimproveralo; ma se si pente, perdonagli”. (Luca 17, 3). “In verità, ogni correzione, sul momento, non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo però arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che sono stati addestrati per suo mezzo”. (Ebrei 12, 11). Questa frase che riguarda la correzione di Dio verso i suoi figli si applica anche alla correzione fraterna fatta nello Spirito del Signore: “Fratelli, qualora uno venga sorpreso in qualche colpa, voi che avete lo Spirito correggetelo con dolcezza. E vigila su te stesso, per non cadere anche tu in tentazione”. (Gàlati 6, 1).
Usciamo da noi stessi, cerchiamo la Verità infinita e bella che è Gesù, servendola e non la nostra piccola e meschina verità che non ci salva.
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