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domenica 28 aprile 2024

UNA PARABOLA PERFETTA : LA VITE E I TRALCI / V Dom di Pasqua, 2024.


La prima lettura - come tutto il Nuovo Testamento - ci mostra che la Chiesa ha dovuto affrontare molte difficoltà interne ed esterne. “di questa setta infatti sappiamo che ovunque essa trova opposizione". (Atti 28,22). Tre anni fa ho sviluppato questo aspetto attraverso la figura di Paolo e l'attualità allora dell'attentato al vescovo Carlassare organizzato dal Vicario Generale (La Gioia del Vangelo: FEDELTA' A CRISTO O AL CLAN? / V Domenica di Pasqua   ). Ma proprio il confronto tra queste difficoltà e l’espansione così rapida del Vangelo ci conferma che la Chiesa è la Vigna del Signore che estende i suoi tralci in tutte le direzioni e ovunque porta frutto. E le difficoltà non vincono la pace e la sicurezza intime che provano i discepoli uniti al Signore Risorto! (At 9,31).

Infatti Gesù ci offre nella parabola della Vite e dei Tralci un’immagine perfetta di ciò che siamo. Conosciamo tutti la vite. Abbiamo tutti visto la potatura, l’eliminazione dei tralci non più utili, e la riduzione a due o tre gemme di quelli che portano frutto. Sappiamo che il tralcio cresce veloce e porta subito il frutto prezioso buono da consumare a tavola o per fare il vino. Ma questo legno meraviglioso nel suo frutto è fragile, e staccato dalla vite secca subito. Non ha nessun valore come legno a sé.  Il vimini serve a fare cesti ma non il tralcio secco. Serve solo ad essere bruciato. D’altra parte la vite non produce uva dal tronco, solo tramite i tralci dell’anno. Siamo i tralci, stupenda responsabilità! Ma senza la vite non possiamo fare nulla.

Come fare?

Gesù ci ripete: “rimanete in me”. Quel verbo “rimanere” in Cristo, in Dio, è un tema costante in san Giovanni. Lo troviamo due volte nella seconda lettura e sei volte nel Vangelo di oggi (e altre tre volte nei due versetti seguenti)! Indica intimità e riposo, ristoro (Luca 24, 29). Entriamo dunque con fiducia e pieno abbandono nel riposo di Dio, appoggiando tutto noi stessi al suo Figlio Gesù Cristo, alla sua guida e al suo insegnamento. Infatti la gloria di Dio è che portiamo molto frutto e diventiamo discepoli: amici e figli, non più servi. 


Prima Lettura  At 9, 26-31  Bàrnaba raccontò agli apostoli come durante il viaggio Paolo aveva visto il Signore.

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, Saulo, venuto a Gerusalemme, cercava di unirsi ai discepoli, ma tutti avevano paura di lui, non credendo che fosse un discepolo.

Allora Bàrnaba lo prese con sé, lo condusse dagli apostoli e raccontò loro come, durante il viaggio, aveva visto il Signore che gli aveva parlato e come in Damasco aveva predicato con coraggio nel nome di Gesù. Così egli poté stare con loro e andava e veniva in Gerusalemme, predicando apertamente nel nome del Signore. Parlava e discuteva con quelli di lingua greca; ma questi tentavano di ucciderlo. Quando vennero a saperlo, i fratelli lo condussero a Cesarèa e lo fecero partire per Tarso.

La Chiesa era dunque in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samarìa: si consolidava e camminava nel timore del Signore e, con il conforto dello Spirito Santo, cresceva di numero.


Salmo Responsoriale  Dal Salmo 21  A te la mia lode, Signore, nella grande assemblea.

Scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli. I poveri mangeranno e saranno saziati, loderanno il Signore quanti lo cercano; il vostro cuore viva per sempre!

Ricorderanno e torneranno al Signore tutti i confini della terra; davanti a te si  prostreranno tutte le famiglie dei popoli.

A lui solo si prostreranno quanti dormono sotto terra, davanti a lui si curveranno quanti discendono nella polvere. 

Ma io vivrò per lui, lo servirà la mia discendenza. Si parlerà del Signore alla  generazione che viene; annunceranno la sua giustizia; al popolo che nascerà diranno: «Ecco l’opera del Signore!».

 

Seconda Lettura  1 Gv 3, 18-24 Questo è il suo comandamento: che crediamo e ci amiamo.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo

Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità.

In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore, qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa.

Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio, e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito.

Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.


Canto al Vangelo   Cf Gv 15,4a.5b   Alleluia, alleluia. Rimanete in me e io in voi, dice il Signore; chi rimane in me porta molto frutto. Alleluia.    

Vangelo  Gv 15, 1-8  Chi rimane in me ed io in lui fa molto frutto.

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.

Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.

Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».


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