Mille giorni di guerra contro l’Ucraina e il suo popolo martire. Mille! E il mondo non si è alzato unanime per difenderli e difendere il Diritto Internazionale, condannare chi vuole annientare una Nazione libera! Una guerra, prima di propaganda, poi scoppiata nel 2014 malgrado un accordo del 1995 che prometteva di rispettare l’integrità territoriale dell’Ucraina in cambio del suo disarmo nucleare. L’Occidente e in particolare i garanti di questo accordo non si sono allora mossi, tradendo le loro promesse, anche se, in particolare gli USA e il loro presidente Donald Trump, hanno contribuito fortemente al riarmo dell’Ucraina.
Un popolo, dal 1991 finalmente libero dalla “prigione dei popoli”, che in mezzo a mille difficoltà si stava sviluppando in modo democratico, vittima di un genocidio fisico (bombardamenti deliberati della popolazione civile e delle sue infrastrutture vitali: scuole, ospedali, centrali elettriche, chiese … ), culturale (rapimento di bambini e adolescenti per russificarli, ruberie nei musei, cancellazione dell’identità ucraina e dei programmi scolastici con riscrittura della Storia), ecologico (danni innumerevoli alla flora, alla fauna, all’ambiente agricolo, alle dighe sul Dniepr, e ad altri fiumi…
Un popolo, quello russo, impossibilitato ad esprimersi, con un tasso di natalità molto basso, vede distruggere una sua generazione intera sul campo di battaglia, tutte le sue risorse assorbite dalle produzioni militari, e distruggere la sua economia con un tasso di interesse ufficiale per i prestiti del 21%!
Ci sono poi le ferite morali, affettive, l’odio reciproco che dureranno per più di una generazione secondo quanto insegna la Storia.
Ci rendiamo conto quanto la scelta della guerra sia sciagurata e produca solo disastri. Chi la decide non vuole in nessun modo il bene delle persone. Certo, nella notte del male, c'è chi sceglie con più forza la via del bene, della santità. Ma anche chi reagisce con la fede è condizionato dalle ferite della guerra. Un esempio chiaro è quello della Restaurazione francese dopo gli orrori e le persecuzioni della Rivoluzione e le guerre napoleoniche. Essa fu anche una reazione contro il male che condizionò la lettura del Vangelo. Per riequilibrare questo processo, il Signore dovette mandare santa Teresina che, incapace di seguire il vigoroso programma penitenziale del monastero, a tastoni, scoprì la sua piccola via, meravigliosamente adatta anche a tutti.
Purtroppo oggi non siamo nel dopoguerra, ma come disse il primo ministro polacco ma nel preguerra! I meccanismi che conducono alla guerra sono fortissimi. Più che mai ognuno deve scongiurarli e dare il suo contributo alla pace, con la preghiera e la conversione, correggendo sul nascere i processi di conflitto che nascono dalle nostre passioni.
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo Ap 3,1-6.14-22