La pagliuzza e la trave. Questa parola mi aiuta molto per fermarmi nel giudizio anche se non vedo la mia trave. Ma almeno ho superato felicemente lo stadio in cui dicevo : “non vedo la mia trave quindi non ce l’ho!”. Allora dai torto a Gesù? Ha sbagliato lui? O sei talmente accecato che chiaramente non la vedi? Io credo alla Parola di Gesù, egli ha parole di vita eterna e quindi, anche se non la vedo, so di avere la trave.
Anche perché alcune volte l’ho vista, intravista. Ma solo in momenti di preghiera sincera. Sono momenti molto benedetti. Ricordo distintamente momenti chiave della mia vita, più o meno intensi, ma molto chiari, in cui il Signore mi ha aperto gli occhi, anche di recente. Il loro ricordo mi aiuta.
E Maria di cui celebravamo ieri il nome con questo Vangelo, che c'entra? Non aveva nessuna trave!
La “trave” di Maria che la custodiva perché l’aveva sempre davanti agli occhi, era il suo sapere che doveva tutto a Dio, e non sarebbe nulla senza di lui. Anche noi possiamo fare questa esperienza nella gioia o quando vediamo la nostra trave. Quando vediamo l’abisso della nostra trave, di rimando comprendiamo questa Parola: “senza di me non potete fare nulla!” come dice Gesù nella parabola della vita e dei tralci (Giovanni 15, 5; vedi anche Giovanni 1, 3).
Dal Vangelo secondo Luca Lc 6,39-42
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
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