Finisce il tempo di Pasqua e ricomincia il tempo ordinario. Se dovesse significare la ripresa di una routine è completamente contraddittorio con il senso della Pentecoste che non è una fine ma un inizio. Per gli ambrosiani, dopo la Pentecoste inizia il tempo dello Spirito che culmina con il 15 agosto, festa dell’Assunzione di Maria in cielo. Viviamo anche noi con gli occhi rivolti alla Vergine, Madre della Chiesa, fedele sposa dello Spirito che viene glorificata in tutta la sua umanità. Papa Francesco ha voluto darci questo indirizzo, istituendo la memoria della Beata Vergine Maria Madre della Chiesa per il lunedì di Pentecoste.
Lo Spirito è stato effuso. Ma io ho questo Spirito? Se non ce l’ho personalmente - o molto poco - qual è il motivo? Forse semplicemente perché non lo invoco, non mi metto in silenzio per ascoltare i suoi “gemiti inesprimibili”. Lui parla e io invece di cercare di discernere la sua voce tra le tante voci interiori ed esteriori che occupano la mia vita, preferisco rifiutarlo, far prevalere il senso comune o la mia ragione che egli non vuole annientare ma illuminare. Dice anche il Vangelo che “non vi era ancora lo Spirito, perché Gesù non era ancora stato glorificato”. Perché Gesù non era ancora stato glorificato? Gesù ne parla più volte nel Vangelo di Giovanni. E comprendiamo che la gloria di Gesù è di amare senza riserve, senza giudizio, tutti gli uomini, anche i suoi nemici, anche chi lo tradisce per 30 denari, malgrado il dolore, malgrado la spada che gli trafigge il cuore (Luca 2,34-35). La gloria di Gesù, come uomo, è di essere come Dio Padre, di essere Dio che è amore (1 Giovanni 4,16). Papa Leone e il Cardinale Parolin hanno sottolineato come ogni comunità cristiana è autentica se mostra i segni dell’amore e dell’unità. Sappiamo che questo è un dono, ma può crescere solo se mi lascio guidare dallo Spirito che mi fa crescere invitandomi ad obbedire, cioè, per usare un’altra espressione, “amare nella dimensione della croce”.
(Dalle letture della Veglia di Pentecoste:)
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Rm 8,22-27
Fratelli, sappiamo che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Nella speranza infatti siamo stati salvati.
Ora, ciò che si spera, se è visto, non è più oggetto di speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe sperarlo? Ma, se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza.
Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio.
Acclamazione al Vangelo Alleluia, alleluia. Vieni, Spirito Santo, riempi i cuori dei tuoi fedeli, e accendi in essi il fuoco del tuo amore. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 7,37-39
Nell’ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù, ritto in piedi, gridò: «Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura: dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva».
Questo egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non vi era ancora lo Spirito, perché Gesù non era ancora stato glorificato.
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