A Mazara del Vallo, negli anni '90, lavoravo con i Missionari Saveriani con gli immigrati tunisini. Ho potuto così leggere una sostanziosa vita di san Francesco Saverio il grande missionario gesuita morto alle porte della Cina nel 1552 che mi lasciò una forte impressione.
Ho potuto anche conoscere la vita del loro fondatore, il vescovo san Guido Maria Conforti (1865 - 1931). Il crocifisso è per lui “il grande libro sul quale si sono formati i Santi e sul quale dobbiamo formarci anche noi. Esso ci parla con una eloquenza che non ha l'eguale: coll'eloquenza del sangue, e dischiude allo sguardo immensi orizzonti”. Dalla preghiera quotidiana davanti al crocifisso sente nascere la sua vocazione sacerdotale.
Negli anni del seminario, legge anche lui una biografia di San Francesco Saverio e vorrebbe andare missionario in Cina. Ma per la salute precaria, non viene accettato dai Gesuiti. Allora, scaltrezza di chi ha compreso coma va il Regno (vedi Luca 16, 8), decide di mandare altri al suo posto e fonda un Istituto Missionario che intitola appunto a san Francesco Saverio.
San Francesco Saverio, invece, dai suoi progetti di onori e carriera divenne uno dei primi Gesuiti o Compagni di Gesù. Sant’Ignazio di Loyola gli ripeteva sempre: “A che serve all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde sé stesso?” Alla fine capì che “un cuore tanto grande e un’anima tanto nobile come ce l’ha dati il Signore non possono accontentarsi degli onori terreni effimeri. La tua ambizione deve essere la gloria che dura eternamente”.
E tu, come ti collochi riguardo al senso della tua vita?
Questa nostra generazione appare poco ambiziosa riguardo ai veri valori, e spesso neppure nei propri progetti, a danno suo e di coloro che potrebbero beneficiare degli ideali messi in pratica.
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