giovedì 9 febbraio 2017

Giovedì V settimana T. O. / UN ABISSO INCOLMABILE


EDEN - LUCAS GRANACH
Abbiamo visto che Dio ha associato l’uomo con la cultura, e quindi con la spinta allo sviluppo personale (comunitario) e dell’intero cosmo. Il cosmo, la società devono passare dall’incultura alla cultura, dallo stato dei bruti alla umanizzazione. L’uomo essendo libero, ci possono essere dei processi regressivi, anche gravi, cioè passare da uno stadio di maggiore sviluppo culturale e di umanizzazione a uno stadio di minore cultura e minore umanizzazione, dalla cultura all’incultura e dall’umanizzazione alla disumanizzazione.

C'è però un’altra spinta drammatica allo sviluppo dell’uomo: è il suo rapporto con Dio. Tutta la Creazione è uscita dalle mani di Dio piena di armonia in sé e con Dio, ma Dio è il Creatore, trascende la sua Creazione. Il rapporto con Dio pur essendo di una profonda e meravigliosa amicizia, non è un rapporto alla pari. Dio non è uno che mi sia simile. E questo crea una profonda solitudine in Adamo. Il rapporto con il mondo degli altri viventi animali è insufficiente per dissolverla. Dio che vuole un rapporto con l’uomo creato a sua immagine sa di questa solitudine e gli offre “un aiuto che gli corrisponda” perché, insieme, possono intrattenersi con Dio.

Rimane però l’abisso tra Dio e la sua creatura, anche la più elevata. Questo abisso può essere colmato solo dall’amore fiducioso, dalla fede.

La donna pagana di origine siro-fenicia del Vangelo di oggi ci mostra che la fede supera ogni ostacolo e mette in comunione con Dio anche dopo il peccato che ormai regna sulle società umane, anche quando vivo in un sistema, il paganesimo, che non mi orienta alla verità di Dio.
Questa solitudine abissale è strutturale. Non è creata dal peccato in sé. È solo aggravata drammaticamente dal peccato, ma l’amore che spinge alla fiducia totale, o la fiducia che sfocia in amore per Dio è capace di colmare questo abisso, creare comunione in ciò che è così distante.

Da una parte comprendiamo la necessità di una fede che ci faccia uscire da noi stessi profondamente, radicalmente. Dall’altra non ci illudiamo di poter fare a meno degli altri, dalla convivenza d’amore con i nostri simili. Chi “non ne ha bisogno perché vive solo con Dio”, il più spesso vive solo con la sua follia o il suo profondo egoismo. Le vocazioni eremitiche sono molto rare. Nell’ordine eremitico della Certosa, un segno indispensabile per valutare che una vocazione sia autentica è che il candidato sia molto socievole!


Prima Lettura   Gn 2, 18-25
La condusse all’uomo. I due saranno un’unica carne.

Dal libro della Gènesi
Il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda». Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. 
Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. 
Allora l’uomo disse:
«Questa volta
è osso dalle mie ossa,
carne dalla mia carne.
La si chiamerà donna,
perché dall’uomo è stata tolta».
Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne.
Ora tutti e due erano nudi, l’uomo e sua moglie, e non provavano vergogna.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 127
Beato chi teme il Signore.

Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene. 

La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa. 

Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita! 

Canto al Vangelo
  Gc 1,21
Alleluia, alleluia.

Accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi
e può portarvi alla salvezza.
Alleluia.


Vangelo   
Mc 7, 24-30
I cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. 
Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. 
Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». 
Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.

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