3.3. Il Concilio Ecumenico di Nicea
101. Nel 325 viene celebrato a Nicea un sinodo che si inscrive in parte all’interno di questo processo come un punto di arrivo, ma che ne rappresenta ugualmente una forma eccezionale per la sua portata ecumenica. Convocato dall’imperatore per risolvere una contesa locale che si era estesa a tutte le Chiese dell’Impero romano d’Oriente e a numerose Chiese dell’Occidente, esso raduna vescovi provenienti da diverse regioni dell’Oriente e i legati del vescovo di Roma. Per la prima volta, dunque, vescovi di tutta l’Oikouménè sono riuniti in sinodo. La sua professione di fede e le sue decisioni canoniche sono promulgate come normative per tutta la Chiesa. La comunione e l’unità inaudite suscitate nella Chiesa dall’evento Gesù Cristo sono rese visibili ed efficaci in modo nuovo da una struttura di portata universale, e l’annuncio della buona notizia di Cristo in tutta la sua immensità riceve anch’esso uno strumento di un’autorità e di una portata senza precedenti:
Nel Concilio di Nicea per la prima volta, attraverso l’esercizio sinodale del ministero dei vescovi, si esprime istituzionalmente a livello universale l’ἐξουσία del Signore risorto che guida e orienta nello Spirito Santo il cammino del Popolo di Dio. Analoga esperienza si realizza nei successivi Concili ecumenici del primo millennio, attraverso i quali si staglia normativamente l’identità della Chiesa una e cattolica.[158]
102. Col Concilio di Nicea, si è imposta l’idea stessa di un sinodo o di un concilio ecumenico. Anche se nessuno dei suoi acta è sopravvissuto, secondo ogni probabilità e nonostante una ricezione lenta e ardua, la proclamazione dell’homooúsios e i canoni di Nicea sono sopravvissuti. Dopo questo lungo processo di ricezione – che sarà tipico di ogni concilio –, Nicea è divenuto l’ideale del concilio nello spirito di molti. La sua presentazione tradizionale come un concilio unificato, ispirato dallo Spirito Santo, ha aiutato a farlo diventare il concilio ideale nella tradizione ulteriore e a poco a poco ha creato la stima dei cristiani per i concili ecumenici. Nicea ha aperto la via ai concili ecumenici successivi e dunque a un nuovo modo di vivere la sinodalità o la conciliarità che segnerà la vita della Chiesa fino ad oggi, sia nel suo ruolo di definire e proclamare la fede che nella manifestazione dell’unità dell’insieme dell’Oikoumenē rappresentata nel suo seno.
[158]Commissione Teologica Internazionale, La sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa, 29.

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