sabato 2 agosto 2025

IL CANTO COME CATECHESI PREGATA / 37 NICEA. Gesù Cristo, ... nn. 65-66.

S. Efrem il Siro,
Diacono e Dottore.

5. La teologia negli inni 

65. Gli inni, infine, sono un luogo di espressione della fede di Nicea che ha trovato posto nella vita del credente e che è stata influenzata da Nicea. Così numerosi inni terminano con la dossologia trinitaria. Peraltro, il confronto con l’eresia ariana ha giocato un ruolo importante nello sviluppo della poesia cristiana. È anzitutto in Oriente che sono stati composti inni e canti,[103]che volevano rispondere ai poemi di propaganda dei gruppi eterodossi. Quanto all’Occidente, si può perfino dire che il suo contributo teologico più importante nel IV secolo è consistito nella composizione degli inni. 

66. Oltre a Giovanni Crisostomo, è soprattutto Efrem il Siro (306-373) che, nella sua poesia teologica (che ha segnato in seguito tutta la letteratura siriaca classica) e in particolare negli inni De fide e De nativitate, ha cantato il mistero di Cristo: il Cristo è Dio, malgrado la debolezza della sua natura umana; la kenosi del Cristo non è un miracolo così grande se non per il motivo che Egli è Dio e che rimane Dio nella sua spogliazione.[104]È con una profonda pietà che Efrem descrive le relazioni intra-trinitarie: il Figlio è nel Padre «prima di tutti i tempi», Egli è «uguale al Padre eppure distinto da Lui».[105]Efrem utilizza volentieri l’immagine del sole, della sua luce e del suo calore, che sono legati nell’unità.[106]Non smette di fare riferimento ai tre “nomi” ai quali corrisponde la realtà divina e nei quali «consistono il nostro battesimo e la nostra giustificazione».[107]Tutto ciò egli lo fa esplicitando bene il contesto della fede nicena, dal momento che cita “il glorioso sinodo”, riferendosi chiaramente a Nicea.[108]Altri teologi-poeti siriaci del V secolo, come Isacco d’Antiochia e Mar Balaï, hanno composto sermoni e canti in metrica rivolgendosi a Cristo stesso e glorificandolo esplicitamente con attributi divini: «Lode a Lui [Gesù Cristo] e a suo Padre e gloria allo Spirito Santo» – «Lode a Lui, l’Altissimo, che è venuto a riscattarci, lode a Lui, l’Onnipotente, il cui movimento del capo decide le sorti del mondo».[109] 


[103] Cf. Sozomeno, Storia ecclesiastica VIII, 8,1-3, trad. it. di S. Borzì, Città Nuova, Roma 2024, pp. 612-613; Ambrogio, Contra Auxentium sermo de basilicis tradendis n. 34, in Sant’Ambrogio, Discorsi e Lettere II/III. Lettere, a cura di G. Banterle, Opera Omnia di Sant’Ambrogio 21, Biblioteca Ambrosiana – Città Nuova Editrice, Milano-Roma 1988, p. 135.

[104] Si veda per esempio, De Nativitate IV, 143-214 e XI. Il testo De Nativitate IV, 154-156 è molto chiaro: «E mentre abitava nel grembo di sua madre, nel suo grembo abitavano tutte le creature. Stava in silenzio come un feto mentre impartiva tutti i suoi precetti a tutte le sue creature. Senza il primogenito nessuno può avvicinarsi all’essenza [divina]: lui [solo] ne è all’altezza» (trad. it. di I. De Francesco, pp. 194-195).

[105] De fide LXXVI, 1-3. 7 (ed. Beck, Louvain, 1955, CSCO 154, pp. 232-233; CSCO 155, pp. 198-199); ibid., VI, 1-8 (CSCO 154, pp. 24-27; CSCO 155, pp. 18-20).

[106] Si vedano gli inni De fide, XL e LXXIII.

[107] Inni De fide, LII, 1-3 (CSCO 154, pp. 161-162; CSCO 155, p. 138).

[108] Efrem, Hymnes contre les hérésies. Hymnes contre Julien, tome I. Hymnes contre les hérésies I-XXIX, XXII, 20, Testo critico di CSCO di E. Beck, o.s.b.; introduzione, traduzione, note e indice di D. Cerbelaud, o.p., SC 587, Cerf, Paris 2017, p. 399. Bisogna notare che, anche se l’insegnamento di Efrem è perfettamente in accordo con l’ortodossia nicena, il vocabolario e le espressioni non sono quelle di Nicea; la cosa è certamente dovuta alla forma poetica, consapevolmente scelta, e non discorsiva, di questo insegnamento.

[109] Balaï (Balaeus), Gebete, BKV 26, p. 92s; Isacco di Antiochia, 1er poème sur l’Incarnation (S. Isaaci Antiochi Opera omnia I, ed. G. Bickell, 1873, p. 23).


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