venerdì 1 agosto 2025

APPROFONDIMENTO NELLA PREDICAZIONE E NELLE CATECHESI / 32. NICEA. Gesù Cristo, ... n. 56.



3. Approfondimento nella predicazione e nelle catechesi 

56. I Padri d’Oriente e d’Occidente non si accontentavano di argomentare con l’aiuto dei trattati teologici, ma illustravano ugualmente la fede nicena nelle prediche destinate al popolo, al fine di premunire i fedeli contro le interpretazioni errate, generalmente designate col termine “ariano” – anche se gli “homei”d’Occidente all’epoca di Agostino si distinguevano nettamente dai “neo-ariani” d’Oriente nelle loro argomentazioni. La concezione teologica secondo la quale il Figlio non è “Dio vero da Dio vero”, ma solo la creatura più eminente del Padre e non è coeterno col Padre, è stata riconosciuta dai Padri come una minaccia persistente e combattuta anche indipendentemente dalla presenza di avversari concreti. Il prologo del Vangelo di Giovanni offriva in proposito l’occasione di spiegare la relazione tra Padre e Figlio ovvero tra “Dio” e la sua “Parola”, in modo conforme alla confessione di Nicea.[83]Cromazio di Aquileia (ordinato vescovo nel 387/388, morto nel 407), ad esempio, trasmette ai suoi fedeli la fede nicena senza utilizzare la terminologia tecnica.[84] Perfino i Padri della Chiesa che nutrivano un certo scetticismo di principio riguardo alle “dispute teologiche”, presero una posizione molto chiara contro “l’empietà ariana” (“asebeia”, “impietas”): gli Ariani non comprendono “la generazione eterna del Figlio”, né “l’uguaglianza-eternità originale” del Padre e del Figlio.[85]Essi si sbagliano anche sul monoteismo, accettando una seconda divinità subordinata. Il loro culto è quindi perverso ed erroneo. 


[83] Cf. Basilio di Cesarea, Homilia 16 in illud “In principio erat Verbum”, PG 31, coll. 471-482. Si noterà, comunque, che il Simbolo, a differenza del Prologo di Giovanni, evita il termine “Logos”. In quanto concetto centrale della filosofia greca, il termine veniva inevitabilmente compreso in modo subordinazionista (ariano) dai Padri più familiarizzati con la filosofia greca.

[84] Chi, come Fotino o Ario, “non crede che Cristo è Dio, o che il Figlio procede dal Padreˮ, “rende amaro” l’evangelista Giovanni: Cromazio d’Aquileia, Sermone 21,3, trad. it. di G. Banterle, p. 127. «Cammina sempre di giorno chi segue Cristo, eterna luce»: Sermo 18,1, p. 109. «Unico è, dunque, il trono della maestà del Padre e del Figlio», «non c’è nessuna distinzione di dignità»: Sermo 8,4, p. 57. 

[85] Zenone di Verona, Discorsi II, 5, 9 e 10, trad. it. di G. Banterle, p. 253; Sermo II, 8, pp. 269-273.



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