“Scrittura, Tradizione, Magistero”. Ecco i criteri che il Papa indica ai vescovi del CELAM (Consiglio Episcopale Latinoamericano e dei Caraibi) per cercare le nuove soluzioni pastorali.
Ma sono i criteri di base che distinguono ogni cattolico dai non cattolici! Chi non appoggia la sua fede sulla Scrittura non è cattolico! Chi non tiene conto della Tradizione viva della Chiesa, non è cattolico! Chi non accoglie il Magistero con « l’ossequio dell'intelletto e della volontà » non è cattolico. Questi tre elementi sono inseparabili. Coloro che rifiutano per principio uno o più di questi elementi, in particolare il Magistero della Chiesa, chiaramente non sono cattolici. Ma molti nella Chiesa vogliono intendere a modo loro questi elementi. Per la Scrittura c'è chi si avvicina al "Sola Scrittura" dei protestanti, e chi invece vuole relativizzarne l’autorità. Per la Tradizione molti intendono cristallizzarla a un determinato momento della Storia della Chiesa, negando il suo carattere di Tradizione viva. Tutti poi negano l’autorità del Magistero che deve discernere per noi in modo sicuro, cosa rientra nel deposito della fede oppure no, in particolare i progressi nell’interpretazione della Scrittura e gli sviluppi della Tradizione.
Ma perché il Papa menziona questi criteri evidenti a dei vescovi? Ricordiamo che proprio in America Latina, di fronte alle ingiustizie economiche, all’oppressione di regimi dittatoriali, e alle possibilità di sviluppo dei nostri tempi, la riflessione di teologi ha aperto una nuova corrente chiamata “Teologia della Liberazione”. Alcuni sono rimasti nel solco del Magistero arricchendo il cammino della Chiesa, altri hanno preso lo schema marxista come chiave di interpretazione di tutto, il che era un errore evidente e con conseguenze gravissime. Altri come P. Bergoglio, diventato poi il nostro caro Papa Francesco, e san Oscar Romero, non hanno mai aderito a questi errori, pur lasciandosi provocare dalle situazioni di povertà e di ingiustizia. In questa scia si pone Papa Leone. Leggiamo il suo testo sotto:
Signor Cardinale Jaime Spengler
Arcivescovo di Porto Alegre
Presidente del CELAM
In occasione della 40ª Assemblea Generale Ordinaria del CELAM, che commemora il 70º anniversario della Prima Conferenza dei Vescovi Latinoamericani e della creazione di quel Consiglio Episcopale, saluto cordialmente tutti i Vescovi dell'America Latina e dei Caraibi, riuniti in spirito collegiale per discernere insieme le sfide che i tempi attuali presentano alla Chiesa in America Latina e cercare, in comunione affettiva ed effettiva, iniziative pastorali che conducano a soluzioni secondo i criteri della Sacra Scrittura, della Tradizione e del Magistero.
Mi unisco al ringraziamento al Signore per la celebrazione di questa felice ricorrenza, che ci ricorda come il Consiglio episcopale latinoamericano sia segno di collegialità, con’ come l'organo di contatto, di collaborazione e di servizio delle conferenze episcopali dell’America Latina nel compito di evangelizzazione e di cura pastorale del santo popolo fedele di Dio, pellegrino in quel caro continente. Nella situazione storica attuale, nella quale un gran numero di uomini e di donne soffrono tribolazione e povertà causate da crisi continue su scala continentale e globale, abbiamo l’urgente necessità di ricordare che è il risorto, presente in mezzo a noi, che protegge e guida la Chiesa, ravvivandola nella speranza, mediante l’amore che “è stato versato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5,5), supplicandolo ardentemente che la fortifichi nella sua missione di andare incontro a tanti fratelli e sorelle, per annunciar loro il messaggio di salvezza di Cristo Gesù, e renderli partecipi della gioia che nasce dall’incontro personale con lui.
Ringraziando il CELAM per il servizio di animazione missionaria che svolge in queste terre latinoamericane, vi chiedo di pregare per me il Buon Pastore, affinché io possa essere sempre fedele al ministero in favore della Chiesa universale che ha voluto affidarmi, mtrm invocando la costante protezione di Nostra Signora di Guadalupe, vi imparto di cuore la benedizione apostolica, come auspicio di abbondanti beni celesti.
Leone P.P. XIV.
Di seguito il testo del telegramma nell’originale spagnolo sul Sito Vaticano:
Nessun commento:
Posta un commento