Nelle donne hai riconosciuto da sempre, Gesù, una particolare corrispondenza col cuore di Dio. Per questo, nella grande moltitudine di popolo che quel giorno cambiò direzione e ti seguiva, immediatamente vedesti le donne e, ancora una volta, stabilisti con loro un’intesa speciale. La città è diversa quando se ne portano gli abitanti in grembo, quando se ne allattano i bambini: quando, insomma, non si conosce soltanto il registro del dominio, ma le cose si vivono dal di dentro. Alle donne che per dovere svolgono il rito della compassione, tu colpisci il cuore. Nel cuore, infatti, si collegano gli avvenimenti e nascono pensieri e decisioni. «Non piangete per me». Il cuore di Dio vibra per il suo popolo, genera una nuova città: «Piangete su voi stesse e sui vostri figli». Esiste un pianto, infatti, in cui tutto rinasce. Occorrono, però, lacrime di ripensamento, di cui non vergognarsi, lacrime da non rinchiudere nel privato. La nostra convivenza ferita, o Signore, in questo mondo a pezzi, ha bisogno di lacrime sincere, non di circostanza. Altrimenti si avvera quanto predissero gli apocalittici: non generiamo più nulla e poi tutto crolla. La fede, invece, sposta le montagne. Monti e colli non ci cadono addosso, ma in mezzo a loro si apre una strada. È la tua strada, Gesù: una via in salita, su cui gli apostoli ti hanno abbandonato, ma le tue discepole – madri della Chiesa – ti hanno seguito. (Dalle meditazioni di Papa Francesco alla Via Crucis del Colosseo, 2025).
Papa Francesco parla di un mondo a pezzi. Spesso il mondo è stato in fiamme, distrutto dalle divisioni e dalle guerre. Ma il pianto dei cristiani non è fine a sé. Deve essere "un pianto in cui tutto rinasce", che dal cuore offra soluzioni nuove che reggono lo squilibrio e incidono sulla realtà. Non può essere il solito rimpianto sul passato, magari idealizzato, che "si stava meglio quando si stava peggio". Vedo persone che cercano nelle forme del passato una maggiore serietà e senso del sacro, dei valori, un senso di sicurezza nel già fatto, già conosciuto. Ma il passato non ritorna. A livello religioso alcuni vogliono tornare a prima del Concilio Vaticano II, cancellandolo. Ho letto oggi un post che esalta il ritorno delle balaustre in alcune chiese degli USA. Altri pretendono che DEVI inginocchiarti durante la consacrazione altrimenti non sei cristiano. È mai esistito un Concilio Ecumenico che sia stato sbagliato? Sarebbe dire che la Chiesa è sbagliata, che le promesse di Gesù di stare con essa sono false. Nella Storia della Chiesa ci sono stati Concili che pur avendo preso decisioni buone non sono mai stati applicati, ma mai Concili sbagliati. Non è perché alcuni (tanti!?) hanno applicato male le direttive del Concilio Vaticano II che questo è sbagliato. I frutti sperati non ci sono perché è stato applicato male, oppure rifiutato. Cristo è risorto e ha aperto una via di vita nella morte, qualcosa che nessuno poteva immaginare. Vediamo che la società, le famiglie, le varie istituzioni sulle quali contavamo si degradano, sono a pezzi o cadono a pezzi. Questi ultimi anni hanno presentato aspetti terrificanti di violenza, di degrado della vita e dei valori morali, anche tra noi. Gesù guarda la nostra generazione e si commuove, perché siamo come un gregge senza pastore, e sa che bisogna "insegnare loro molte cose" (vedi Marco 6, 34). Non è il momento di ripetere ancora e ancora senza ripensamento la buona routine portata avanti finora, e non è neppure il momento di ripiegarci sul passato, adorando le ceneri. Le radici sono quelle, uniche e preziose, ma l'albero deve crescere verso l'alto, e dalle stesse radici, tagliando i rami secchi, farà spuntare rami nuovi, verso l'alto.
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