In questo giorno
molto bello c'è una liturgia della luce suggestiva che viene a variare
felicemente la routine, suscitando sempre qualche apprensione per bonarie
esitazioni o improvvisazioni alla prima Messa.
Ma sopratutto
si celebra un Mistero di una ricchezza formidabile.
Cristo luce.
Se ci sono tenebre oggi – e ce ne sono tante – ce n’erano forse molto di più allora.
Secondo la testimonianza del vecchio Simeone il popolo di Israele aveva già la
luce, mentre i popoli pagani non ancora. Eppure dall’impatto di Gesù adulto con il suo
popolo e i capi non si vede tutta questa luce. Per lo meno tante volte non era
capita, non era accettata, non era messa in pratica. Simeone sbagliava? Era un
visionario idealista? Non vedeva la “confusione che c'è oggi nella Chiesa”? Perché
si è rallegrato tanto dell’incontro con Gesù ancora neonato e inerme mentre c'era
forse bisogno subito di una guida matura che risolvesse tutti i dubbi delle coscienze
e imponesse a tutti l’osservanza esatta dei precetti?
Simeone non
è un visionario idealista: egli annuncia la missione crocifissa di questo bambino,
segno di contraddizione, e della sua Madre. Egli annuncia la necessità della conversione
per tutti che chiama “caduta e risurrezione”, sa che nel profondo dei cuori ci
sono pensieri nascosti non positivi, non corrispondenti alle apparenze.
Quale compimento
Simeone può dunque vedere in quel neonato? Vedendo il Messia Simeone ha la
conferma che Dio è fedele e potente. Simeone è
conosciuto, amato da un Dio presente: sarà salvato. Non è Simeone che si salva
osservando i precetti, rispettando i valori non negoziabili, ma è Dio che nella
sua bontà misericordiosa lo salva. I precetti e i valori non negoziabili sono veri
e sono altrettanti aiuti per una vita degna e più felice, ma sopratutto per esercitare
il cuore alla sottomissione a Dio in modo da accettare in tutto la sua volontà
di salvezza, non entrare nella ribellione e l’incredulità. Ma l’incredulità può
sorgere anche nel cuore di un “superosservante”. C'è il caso semplice di
Zaccaria. C'è il caso di Saulo che crede di credere, e più degli altri! e invece
adora la Legge e il proprio ego religioso.
Se Dio ama
gratuitamente, allora i miei peccati non contano? Non contano di fronte alla potenza
della misericordia di Dio. Contano come poche gocce d’acqua gettate in una fornace
ardente, cioè niente!
“Allora credo
che andrò a peccare ancora un po’, a divertirmi”. Chi ha mai potuto dire una
simile frase? Io, quando ho scoperto che Dio mi amava gratuitamente. Quel
sacerdote che mi aveva confessato pochi giorni prima ebbe un sussulto del
cuore, un “Ohh” in cui c'era tutto l’amore materno della Chiesa per me. E mi
disarmò.
Io che non
ho ancora questo cuore, ti spiego perché non si deve peccare: perché
il peccato fa soffrire il tuo prossimo, lo danneggia, lo scandalizza. Perché il
peccato ti chiude all’esperienza della luce. Perché il
peccato vero, cioè quello voluto, indurisce il cuore, lo abitua a essere doppio,
a dire “no” al Signore con tutte le sfumature di “ni”. E così ti puoi veramente
perdere. Ma cerca di capirmi: il peccato non è “trasgredire una norma”, il peccato è “non amare”.
Non si ama il povero derubandolo, non si ama andando contro natura, ma se sono
tanto esatto nei conti, tanto esperto di dottrina cristiana e non amo, sono nel
peccato. Se non mi lascio amare da Dio sono nel peccato. Se mi lascio amare e guidare da Dio sono nella luce, sono salvo.
Siccome purtroppo pecchiamo ancora, non come impostazione ma come debolezza,
dobbiamo imparare a trarre profitto dei nostri peccati. (“Trarre profitto dei
nostri peccati” Joseph Tissot, ed. Chirico, Napoli)
Prima Lettura Ml 3,1-4
Entrerà nel suo tempio il Signore,
che voi cercate.
Dal libro del profeta Malachìa
Così dice il Signore Dio:
«Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti.
Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai.
Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia.
Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani».
«Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti.
Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai.
Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia.
Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 23
Vieni, Signore, nel tuo tempio santo.
Vieni, Signore, nel tuo tempio santo.
Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria.
Chi è questo re della gloria?
Il Signore forte e valoroso,
il Signore valoroso in battaglia.
Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria.
Chi è mai questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il re della gloria.
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria.
Chi è questo re della gloria?
Il Signore forte e valoroso,
il Signore valoroso in battaglia.
Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria.
Chi è mai questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il re della gloria.
Seconda Lettura Eb 2,14-18
Doveva rendersi in tutto simile ai
fratelli.
Dalla lettera agli Ebrei
Dalla lettera agli Ebrei
Poiché i figli hanno in comune il
sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per
ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere,
cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano
soggetti a schiavitù per tutta la vita.
Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo.
Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.
Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo.
Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.
Canto al Vangelo Lc 2,30.32
Alleluia, alleluia.
I miei occhi han visto la tua
salvezza:
luce per illuminare le genti
e gloria del tuo popolo, Israele.
Alleluia.
Vangelo Lc 2,22-40 (forma breve: Lc 2,22-32)
I miei occhi hanno visto la sua
salvezza.
Dal vangelo secondo Luca
Dal vangelo secondo Luca
[ Quando furono compiuti i giorni della loro
purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il
bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge
del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire
in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la
legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele». ]
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele». ]
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
Sereno grazie che ci accompagni in questo cammino, e lo fai con le tue esperienze di vita, tutti insieme con l' aiuto reciproco il Signore ci condurrà alla salvezza
RispondiEliminaSereno grazie che ci accompagni in questo cammino, e lo fai con le tue esperienze di vita, tutti insieme con l' aiuto reciproco il Signore ci condurrà alla salvezza
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