giovedì 2 febbraio 2017

2 febbraio, PRESENTAZIONE DEL SIGNORE/LA FORZA E IL BISOGNO DELLA LUCE

In questo giorno molto bello c'è una liturgia della luce suggestiva che viene a variare felicemente la routine, suscitando sempre qualche apprensione per bonarie esitazioni o improvvisazioni alla prima Messa.

Ma sopratutto si celebra un Mistero di una ricchezza formidabile. 
Cristo luce. Se ci sono tenebre oggi – e ce ne sono tante – ce n’erano forse molto di più allora. Secondo la testimonianza del vecchio Simeone il popolo di Israele aveva già la luce, mentre i popoli pagani non ancora. Eppure dall’impatto di Gesù adulto con il suo popolo e i capi non si vede tutta questa luce. Per lo meno tante volte non era capita, non era accettata, non era messa in pratica. Simeone sbagliava? Era un visionario idealista? Non vedeva la “confusione che c'è oggi nella Chiesa”? Perché si è rallegrato tanto dell’incontro con Gesù ancora neonato e inerme mentre c'era forse bisogno subito di una guida matura che risolvesse tutti i dubbi delle coscienze e imponesse a tutti l’osservanza esatta dei precetti?
Simeone non è un visionario idealista: egli annuncia la missione crocifissa di questo bambino, segno di contraddizione, e della sua Madre. Egli annuncia la necessità della conversione per tutti che chiama “caduta e risurrezione”, sa che nel profondo dei cuori ci sono pensieri nascosti non positivi, non corrispondenti alle apparenze.
Quale compimento Simeone può dunque vedere in quel neonato? Vedendo il Messia Simeone ha la conferma che Dio è fedele e potente. Simeone è conosciuto, amato da un Dio presente: sarà salvato. Non è Simeone che si salva osservando i precetti, rispettando i valori non negoziabili, ma è Dio che nella sua bontà misericordiosa lo salva. I precetti e i valori non negoziabili sono veri e sono altrettanti aiuti per una vita degna e più felice, ma sopratutto per esercitare il cuore alla sottomissione a Dio in modo da accettare in tutto la sua volontà di salvezza, non entrare nella ribellione e l’incredulità. Ma l’incredulità può sorgere anche nel cuore di un “superosservante”. C'è il caso semplice di Zaccaria. C'è il caso di Saulo che crede di credere, e più degli altri! e invece adora la Legge e il proprio ego religioso.

Se Dio ama gratuitamente, allora i miei peccati non contano? Non contano di fronte alla potenza della misericordia di Dio. Contano come poche gocce d’acqua gettate in una fornace ardente, cioè niente!
“Allora credo che andrò a peccare ancora un po’, a divertirmi”. Chi ha mai potuto dire una simile frase? Io, quando ho scoperto che Dio mi amava gratuitamente. Quel sacerdote che mi aveva confessato pochi giorni prima ebbe un sussulto del cuore, un “Ohh” in cui c'era tutto l’amore materno della Chiesa per me. E mi disarmò.
Io che non ho ancora questo cuore, ti spiego perché non si deve peccare: perché il peccato fa soffrire il tuo prossimo, lo danneggia, lo scandalizza. Perché il peccato ti chiude all’esperienza della luce. Perché il peccato vero, cioè quello voluto, indurisce il cuore, lo abitua a essere doppio, a dire “no” al Signore con tutte le sfumature di “ni”. E così ti puoi veramente perdere. Ma cerca di capirmi: il peccato non è “trasgredire una norma”, il peccato è “non amare”. Non si ama il povero derubandolo, non si ama andando contro natura, ma se sono tanto esatto nei conti, tanto esperto di dottrina cristiana e non amo, sono nel peccato. Se non mi lascio amare da Dio sono nel peccato. Se mi lascio amare e guidare da Dio sono nella luce, sono salvo.

Siccome purtroppo pecchiamo ancora, non come impostazione ma come debolezza, dobbiamo imparare a trarre profitto dei nostri peccati. (“Trarre profitto dei nostri peccati” Joseph Tissot, ed. Chirico, Napoli)

Prima Lettura  Ml 3,1-4

Entrerà nel suo tempio il Signore, che voi cercate.

Dal libro del profeta Malachìa
Così dice il Signore Dio:
«Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti.
Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai.
Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia.
Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani».
    
Salmo Responsoriale  Dal Salmo 23
Vieni, Signore, nel tuo tempio santo.
   
Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria.

Chi è questo re della gloria?
Il Signore forte e valoroso,
il Signore valoroso in battaglia.

Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria.

Chi è mai questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il re della gloria.
    
Seconda Lettura  Eb 2,14-18
Doveva rendersi in tutto simile ai fratelli.

Dalla lettera agli  Ebrei
Poiché i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita.
Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo.
Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.

Canto al Vangelo  Lc 2,30.32    
Alleluia, alleluia.
I miei occhi han visto la tua salvezza:
luce per illuminare le genti
e gloria del tuo popolo, Israele.
Alleluia.
  
Vangelo   Lc 2,22-40 (forma breve: Lc 2,22-32)
I miei occhi hanno visto la sua salvezza.

Dal vangelo secondo Luca
[ Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele». ]
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.  


2 commenti:

  1. Sereno grazie che ci accompagni in questo cammino, e lo fai con le tue esperienze di vita, tutti insieme con l' aiuto reciproco il Signore ci condurrà alla salvezza

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  2. Sereno grazie che ci accompagni in questo cammino, e lo fai con le tue esperienze di vita, tutti insieme con l' aiuto reciproco il Signore ci condurrà alla salvezza

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