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martedì 2 dicembre 2025

PAPA LEONE VISITA LA TOMBA DI SAN CHARBEL. PERCHÉ? / 02 dicembre 2025.



Papa Leone in Libano ha voluto raccogliersi sulla tomba di san Charbel Makhlùf (1828 - 1898) un grandissimo santo, eremita e sacerdote maronita, da poco sempre più popolare anche in Italia. È stato beatificato nel 1965 pochi giorni prima della chiusura del Concilio Vaticano II, e, sempre da Paolo VI, canonizzato nel 1977. 

Papa Leone ha detto (qui il discorso completo: Viaggio Apostolico in Libano: Visita e Preghiera Sulla Tomba di San Charbel Maklūf presso il Monastero di San Maroun ad Annaya (1° dicembre 2025)) : 

Carissimi, che cosa ci insegna oggi San Charbel? Qual è l’eredità di quest’uomo che non scrisse nulla, che visse nascosto e taciturno, ma la cui fama si è diffusa nel mondo intero? 

giovedì 27 novembre 2025

LA PATERNITÀ E LA FILIAZIONE DIVINE, RADICE E MODELLO PER L'UOMO / 65. NICEA. Gesù Cristo, ... n. 108.



1.2. La salvezza e il processo di filiazione divina

108. Questa verità soteriologica va intesa in senso forte, ontologico. Senza pretendere di offrire una comprensione esaustiva che comprometterebbe il mistero della salvezza in quanto mistero, essa dà tuttavia accesso alla verità stessa della filiazione e della paternità di Dio. Il Dio della verità ha per così dire voluto mettere gli uomini alla prova della pretesa filiale, inaudita, del suo Figlio unico Gesù. La verità rivelata da Dio si concentra nella verità del suo “Figlio” unico. Questo termine non si riduce a una semplice metafora o a una analogia, poiché ciò che è metaforico si apre qui da sé al registro dell’ontologia, come il symbolon, nel senso forte del termine, dona realmente ed efficacemente accesso alla realtà che significa. La testimonianza del Padre donata a Gesù fonda questa verità: «Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è superiore: e questa è la testimonianza di Dio, che egli ha dato riguardo al proprio Figlio. Chi crede nel Figlio di Dio, ha questa testimonianza in sé» (1Gv 5,9). L’autore aggiunge: «Chi non crede a Dio, fa di lui un bugiardo» (1Gv 5,10). I nostri vecchi catechismi amavano esprimere questa convinzione intima dell’atto di fede dei cristiani con una semplicità diretta: «Dio che non può ingannarsi né ingannare»,[163]nella quale Tommaso d’Aquino avrebbe potuto riconoscere le sue formulazioni.[164]Così si trova giustificata l’opzione ontologica del neologismo di Nicea, l’homooúsios, che intende prolungare e chiarificare la terminologia biblica e innica. La conferma della verità ontologica della filiazione divina di Gesù sta nel fatto che, come abbiamo visto nel primo e nel terzo capitolo, il rapporto della paternità e della filiazione si trova misteriosamente capovolto tra il divino e l’umano: la paternità umana e terrena è divenuta una denominazione secondaria e derivata rispetto al suo prototipo, Dio il Padre (cf. Ef 3,14; Mt 23,9). È questa verità della filiazione divina, nella quale il credente è invitato a entrare, che sottende la verità della filiazione battesimale.[165]Essere salvati, secondo il Vangelo di Gesù, consiste nell’entrare nella piena verità della filiazione che è inserita nella filiazione eterna di Cristo.

LA FEDE È ADESIONE AD UN INCONTRO / 64. NICEA. Gesù Cristo, ... n. 107


107. Il posto capitale della verità spiega il profondo rifiuto dell’idolatria nelle Scritture. Il Santo di Israele è un Dio che parla, contrariamente agli idoli. «Hanno bocca e non parlano», dicono i salmi (115,5 e 135,16), ripresi in 1Cor 12,2: «Quando eravate pagani, vi lasciavate trascinare senza alcun controllo verso gli idoli muti». Inoltre, la verità, la potenza, la giustizia, la santità di Dio sono sempre state concepite, biblicamente, in rapporto con la pretesa di portare la salvezza vera e universale, mentre le pratiche idolatriche non pretendono altro che offrire un dono parziale e locale. D’altra parte, poiché è questa Persona che viene da Dio e che è Dio essa stessa e Signore (cf. Gv 13,14), la verità della salvezza deve essere ricevuta, mentre l’idolatria costruisce il divino a partire dall’umano. 

mercoledì 26 novembre 2025

AL PARLAMENTO EUROPEO SI DISCUTE DELL'UTERO IN AFFITTO COME REATO UNIVERSALE


Sulla mia mail mettono alcuni messaggi nella casella spam. Tra questi ci sono quelli dell’Associazione Pro Vita & Famiglia. Non so perché. Li rimetto sempre nei messaggi normali. Ogni tanto firmo i loro appelli, più spesso li leggo velocemente. Questa volta penso che sia necessario ricopiare il loro messaggio. L’Utero in affitto è stato dichiarato reato universale dal Parlamento italiano. Adesso la proposta è arrivata al Parlamento Europeo. (Bandire l'Utero in Affitto in Europa è possibile. Pro Vita & Famiglia al Parlamento UE - YouTube )


Francois,

oggi posso raccontarti qualcosa che, pochi anni fa, sembrava semplicemente impossibile.

Nella sede del Parlamento Europeo, a Bruxelles, l’utero in affitto è stato messo pubblicamente sotto accusa come una nuova schiavitù del XXI secolo.

E Pro Vita & Famiglia c’era.

Io c’ero, insieme a Jacopo Coghe e a Maria Rachele Ruiu.

E, soprattutto, c’era anche la voce di tutti coloro che hanno firmato e condiviso questa petizione.

Siamo stati invitati al più grande evento mai organizzato in una sede dell’Unione Europea contro l’utero in affitto: il convegno “La maternità surrogata: una sfida etica e politica per l’Europa”, promosso dal gruppo ECR al Parlamento Europeo.

In quell’aula, davanti a parlamentari europei, esperti, giuristi e rappresentanti del mondo pro life di vari Paesi, Maria Rachele è intervenuta per dare voce:

alle donne sfruttate come “incubatrici”;

ai bambini trattati come prodotti su ordinazione;

alle migliaia di cittadini italiani che, come te, rifiutano questa barbarie travestita da “progresso”.

Ma non ci siamo limitati alle parole.

ELOGIO DELLA MONOGAMIA. / 26 novembre 2025.



Il Dicastero per la Dottrina della Fede ha pubblicato ieri un'altra nota. Questa volta è "UNA CARNE SOLA", ossia un "Elogio della monogamia", cioè del matrimonio come unione tra un solo uomo e una sola donna, stabile, esclusiva di altre relazioni, quindi fedele, feconda, e che comprende l'appartenenza reciproca dei coniugi. Ci saranno critiche questa volta? Prima di leggerlo (Una caro - Elogio della monogamia. Nota dottrinale sul valore del matrimonio come unione esclusiva e appartenenza reciproca (25 novembre 2025)), ecco sia l'indice che è già molto rivelatore, che la presentazione a firma del Cardinale Fernandez. 

In margine invito tutti a partecipare all'incontro sulla nota dottrinale precedente "Mater populi fidelis" che riguarda i titoli mariani, e che terremo in parrocchia il mercoledì 10 dicembre alle ore 19.00. 


DICASTERIUM PRO DOCTRINA FIDEI

UNA CARO 

Elogio della monogamia

Nota dottrinale sul valore del matrimonio come unione esclusiva e appartenenza reciproca


Indice

Presentazione

I. Introduzione

II. La monogamia nella Bibbia

La monogamia nel capitolo 2 della Genesi

Il simbolismo nuziale profetico

La letteratura sapienziale

La simbologia nuziale del Nuovo Testamento

III. Echi della Scrittura nella storia

Alcune riflessioni di teologi cristiani

Primi sviluppi sull’unità e la comunione matrimoniale nei Padri della Chiesa

Alcuni autori medievali e moderni

Lo sviluppo della visione teologale nei tempi recenti

Interventi magisteriali  

lunedì 24 novembre 2025

QUATTRO STORIE, UNA CHIAMATA: NUOVI DIACONI ORDINATI PER IL PATRIARCATO LATINO DI GERUSALEMME


Nel Seminario Redemptoris Mater di Galilea, il Patriarca Pizzaballa ha ordinato quattro nuovi diaconi. Se Dio vuole, saranno ordinati presbiteri per il Patriarcato latino che comprende Israele, i territori palestinesi, il Regno di Giordania e Cipro e ha all’incirca 70.000 fedeli. La maggior parte vive in Giordania. Nella parte ebraica di Israele ci sono piccole comunità di lingua ebraica, composte da ebrei diventati cattolici, e da cattolici provenienti soprattutto da Africa e Asia, immigrati in Israele per lavoro. Parlano l’ebraico e i loro figli vanno a scuola in ambienti ebraici. 

L'UOMO HA BISOGNO DELLA VERITÀ CHE SALVA / 63.NICEA. Gesù Cristo, ... nn. 105 - 106.


1. La teologia a servizio dell’integralità della verità salvifica

1.1. Il Cristo, la verità escatologicamente efficace 

105. Nella misura in cui Nicea propone una verità nelle questioni riguardanti la salvezza e la distingue dall’errore, la sua prima sfida dal punto di vista della teologia fondamentale è quella del posto che deve avere la verità nella soteriologia. Questa convinzione proviene anzitutto dalla stessa forma della Rivelazione, che, lasciandosi trascrivere in parole messe per iscritto, manifesta che la dimensione della verità le è costitutiva. La fede cristiana suppone che la verità di Cristo sia resa accessibile ai suoi discepoli. In effetti, il Salvatore è lui stesso la verità: «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv 14,6). Nel cristianesimo, la verità è una persona. La verità non è più un semplice affare di logica o di ragionamenti, non è possibile possederla, non è separabile dagli altri attributi identificati con la persona di Cristo, come il bene, la giustizia o l’amore. Resta vero che l’adesione a Cristo interpella sempre l’intelligenza dei discepoli: «Credo ut intelligam».[160]In effetti, non è immaginabile né coerente pensare che il Dio creatore dell’uomo intelligente e libero – una delle dimensioni della creazione a immagine e somiglianza dello stesso Creatore (Gn 1,26-27) –, possa in quanto Dio salvatore disinteressarsi dell’accesso conoscitivo alla sua verità e alla verità che salva. Per di più, questa verità salvifica possiede una dimensione comunitaria. Nicea è un atto comunitario di espressione della verità, con lo scopo di comunicarla a tutta la Chiesa. Di fatto, non è neppure immaginabile né coerente pensare che il Creatore della famiglia umana, e in particolare della sua capacità di comunicazione intelligibile attraverso il linguaggio (cf. Gn 11,1-9 – la torre di Babele, e At 2,1-11 – la Pentecoste), possa disinteressarsi dell’accesso comunitario alla sua verità e alla verità salvifica. Per questo la disgregazione dell’unità della fede compromette la forza e l’efficacia della salvezza in Gesù Cristo.